II Tappa
Olimpia – Kalamata (km 115) - 14 giugno 2000
Partiamo da Olimpia alle 7,30 circa e attraversiamo la verde valle del fiume Alfeo. Questo fiume, trasformato in personaggio mitologico, è noto per aver insidiato la ninfa Aretusa, la quale, per sfuggirgli, si gettò in mare e nuotò fino all’isola di Ortigia per riapparire come sorgente di acqua dolce (Fonte Aretusa, verde di papiri,sul lungomare di Siracusa). In un villaggio prima di Krestena, dove ci fermiamo per fare colazione, vediamo passare un abitante del luogo in groppa ad un asino; sembra di essere tornati indietro di 40-50 anni fa in un paese del nostro Appennino. In circa 10 km di saliscendi in un paesaggio boscoso, giungiamo sulla costa. La strada è buona, ed in gran parte nuova. Noto che molte edicole votive giacciono a terra, travolte dai lavori di rifacimento stradale; probabilmente, anche in Grecia, i Santi hanno dovuto cedere il posto alla moderna tecnica.
La strada litoranea è molto bella ed ombreggiata da pini. Il paesaggio ricorda molto il litorale laziale da Torsanlorenzo ad Anzio.
Prima che la strada pieghi verso l’interno, facciamo una sosta in una stazione di servizio. La graziosa e gentile barista chiede notizie sul nostro viaggio. La grazia e la cortesia delle ragazze greche saranno una costante anche nelle tappe successive.
Dopo Kalo Nero lasciamo il mare e ci addentriamo tra le montagne della Messenia. Inizialmente la strada segue la valle del fiume Arkadeika e dopo una decina di km la strada sale progressivamente fino a Vasiliko, per poi discendere di nuovo. Il successivo tratto in continua ascesa, l’asfalto fresco ed il caldo rendono quasi insopportabile il percorso; per fortuna una lunga fila di Eucaliptus ci ripara in parte. Il timore di dover valicare i monti che ci si parano di fronte ci rende ansiosi e nervosi: Per fortuna ai piedi di questi, la strada piega a dx. ed in lieve discesa segue la valle del fiume Pamisos. Riacquistiamo forza e coraggio e acceleriamo l’andatura.
A 20 km circa da Kalamata, il caldo e la sete ci costringono ad una nuova sosta; sono le 14.
Ottima accoglienza da parte del personale di un ristorante che avrebbe aperto solo la sera, ma che per noi tira fuori bevande e gelati e guarda incuriosito le nostra biciclette.
Giungiamo a Kalamata accompagnati da un traffico intenso e attraversiamo una città anonima fino all’Hotel Vyzantion, accogliente ma un po’ dimesso. La città è moderna eccetto che per il castello in rovina e l’antica chiesetta degli Aghioi Apostoloi. Umberto e Gianluigi vanno a fare un bagno al mare. Ceniamo in un piccolo ristorante di fronte all’albergo dove assaggiamo dell’ottimo vino resinato ( retzina) fresco.