I tappa
Patrasso
– Olimpia (km 115) -
13 giugno 2000
L’itinerario si svolge,
per i primi 17 km sulla strada litoranea fino a Kato Ahaia, poi piega verso sud
in un paesaggio piatto, campestre. La strada è discreta, anche se il fondo
lascia un po’ a desiderare, ed è sottoposta a lavori di ampliamento, e il
traffico è di media intensità. Cominciamo ad apprezzare la simpatia e
correttezza degli automobilisti greci che , affiancandoci, mantengono una
distanza di sicurezza e salutano con grande cordialità.
Facciamo una sosta dopo le 12, quando il caldo comincia a farsi sentire, e riforniamo le borracce per le ore successive. La strada è sempre in pianura, scorrevole fino a Pirgos, superata la quale facciamo la seconda sosta per riposare un po’ e reidratarci. Gli ultimi 20 km che portano a Olimpia (m 70 s.l.m.) fanno soffrire per il caldo, la stanchezza ed i continui saliscendi, ma svelano un paesaggio gradevole per boschi e coltivazioni.
Ad Olimpia alloggiamo
nell’ Hotel Hermes che incontriamo subito sulla destra. Dopo la doccia e la birra sotto la pergola decidiamo di riprendere le bici,
scariche, e di visitare i resti dell’antica citta sacra. Olimpia, da tempo
immemorabile santuario dedicato a Zeus, vide dal 776 a.c. la celebrazione dei
giochi panellenici. Questi si ripetevano ogni quattro anni e segnavano un
momento di pace tra tutte le litigiosissime città greche. I giochi furono
soppressi da Teodosio nel 394, perché simbolo del paganesimo.Questo concetto fu
ripreso, con scarsi risultati per quanto riguarda la pace, da de Coubertin, nel 1896, con l’istituzione delle olimpiadi
moderne.
In una splendida località
ombreggiata da pini ammiriamo le monumentali rovine del tempio di Zeus, dell’Heraion,
dell’officina di Fidia e il fascino silenzioso dello Stadio.
Visitiamo successivamente il
Nuovo Museo dove spiccano i due frontoni del tempio di Zeus, la Nike di Paionios
e l’Ermes di Prassitele.
La cena ed una passeggiata
per il corso, pieno di negozi per turisti, chiudono la giornata.
Abbiamo percorso 115 chilometri.