TECNICA
In questa pagina ci permettiamo di dare qualche consiglio tecnico, basato più sulla esperienza vissuta in questa piccola impresa, che su nozioni strettamente teoriche.
Innanzitutto i mezzi da noi usati, almeno da Gianluigi e da Franco, erano delle mountain-bike. Enrico ha invece utilizzato una storica bicicletta da strada che, nella sua esistenza e dopo essere stata usata come bici da passeggio e da corsa, non poteva mancare all'appuntamento con il cicloturismo.
bici Enrico bici Franco
bici Gianluigi
Per questo tipo di percorso, riteniamo sia più indicata la mountain-bike, opportunamente modificata, perché sicuramente robusta, capace di caricare il portapacchi con borse mantenendo una certa stabilità ed in grado di superare agevolmente pendenze notevoli e di raggiungere velocità più che soddisfacenti grazie alla grande varietà di rapporti al cambio.
Analizziamo le diverse parti.
Per prima cosa abbiamo sostituito i consueti copertoni tassellati delle nostre mountain-bike con copertoncini semi-lisci da strada. In questo modo viene ridotta notevolmente la resistenza al rotolamento, cosa che si traduce in un risparmio energetico indispensabile in tappe quasi sempre superiori ai 100 Km.. A questo proposito Gianluigi ha usato una gomma piuttosto larga che, a parte la scolpitura, ricordava abbastanza nel calibro il copertone artigliato usuale; Franco invece ha montato copertoncini più stretti, da un pollice e mezzo, trovandosi meglio e mantenendo un'ottima stabilità anche sul bagnato. Esistono pneumatici ancora più stretti, da un pollice, che riducono ulteriormente la resistenza al rotolamento (e quindi la fatica di chi pedala) mantenendo comunque un'ottima robustezza ed aderenza anche sul bagnato essendo dello stesso disegno e spessore di quelli più larghi.
I raggi devono essere robusti (e questo è un ulteriore motivo per utilizzare mountain-bike) per poter sopportare il peso del bagaglio che, ad esempio, era per Franco di circa 18 Kg., tutti parcheggiati sulla ruota posteriore.
Assicuratevi che la vostra bicicletta monti un comodo manubrio. Prima di partire fate delle prove su lunghe distanze e verificate che la posizione che poi dovrete tenere per molte ore sia sufficientemente comoda. Montate comunque un comodo paio di corna che vi permetteranno di appoggiarvi tenendo la schiena in un atteggiamento meno scomodo. Vi consiglio anche di rivestire le corna con robuste ma soffici manopole; sono molto comode ed impediscono la scomoda pressione costante del metallo sul palmo della mano (quindi morbide), ma sul lungo periodo tenderanno ad allentarsi fino a distruggersi (quindi robuste).
Importantissimo è lo specchietto retrovisore. Io ne ho trovato uno molto efficace e comodo che ho potuto montare con un sistema a 'vite ad espansione' nella cavità del manubrio. Non avendo tutti gli stesi ritmi potrebbe essere buona norma accordarsi in modo che chi stà avanti abbia sempre nello specchietto il compagno arretrato, in modo da non perdersi pur mantenendo una certa autonomia.
Di vitale importanza è la scelta della sella; sceglietela bene perché il vostro sedere ci passerà sopra circa otto ore al giorno. La sella non deve essere larga per evitare lo sfregamento delle cosce sui bordi laterali e non deve essere nemmeno troppo morbida perché alla lunga si dimostra più scomoda. Io consiglio di montare selle di qualità, possibilmente simili alle selle da gara dove per simili intendo con una superficie di appoggio un po' più larga ed un po' più imbottita. Per i maschietti non sarebbe male utilizzare una sella scanalata che aiuterà a ridurre le parestesie da compressione. Esistono anche, volendo eccedere nelle comodità, dei piccoli ammortizzatori da applicare al canotto della sella...
Posizionate la sella ad una giusta altezza (l'altezza della sella da terra si calcola misurando l'altezza da terra del vostro 'cavallo' e moltiplicandola per 0.883) e, montato un puntapiede sul pedale (noi abbiamo preferito modificare un puntapiede in plastica in modo da avere una sufficiente mobilità del piede sul pedale che rimane però ancorato anteriormente), regolatelo in modo che con la punta della scarpa bloccata dal puntapiede, l'articolazione metatarso-falangea dell'allucesi trovi a livello del perno del pedale. Sella e puntapiede nella giusta posizione rendono più efficace e meno faticosa la pedalata (e riducono pure il mal di schiena).
Sembra banale ma, se usate una mountain-bike o simile, mentre posteriormente, in caso di pioggia o di pozzanghere, sarete riparati dalle borse, anteriormente vi schizzerete facilmente. Munitevi quindi di un comodo parafango, ce ne sono di praticissimi, di piccole dimensioni ed in plastica, da applicare con del velcro al telaio della bicicletta.
Delle capienti borse andranno ancorate al portapacchi posteriore. Tra i modelli esistenti le più pratiche sono costituite da una valigetta orizzontale sul portapacchi posteriore e due borse laterali che si ancorano agli steli laterali del portapacchi ed alla valigetta superiore (mediante comode cerniere Zip e velcro). Il tutto risulta molto stabile e compatto con la bicicletta. Anche anteriormente, sul manubrio, sarà comodo applicare una piccola borsetta in cui tenere quanto di immediato utilizzo (macchina fotografica, occhiali, denaro ecc..). I diversi pesi vanno comunque ben distribuiti, evitando di caricare la forcella anteriore, poiché la stabilità, e la frenata soprattutto in discesa, viene fortemente compromessa (ed in certe discese vi garantiamo che i freni servono proprio tutti). Saranno molto utili, se non addirittura vitali, dei copriborsa impermeabili da applicare in caso di pioggia (procuratene uno anche per la borsetta anteriore in cui di solito vengono stivati macchina fotografica, documenti, denaro ecc..). Al momento della scelta delle borse tenete conto del fatto che ad ogni fermata dovrete smontare dalla bicicletta tutte le borse per portarle con voi (non lasciate nulla incustodito) e quindi sarà particolarmente utile un set trasportabile in blocco (ad es. con valigetta munita di spallacci tipo zaino, cinghie per tracolla ecc.)
Efficaci catarifrangenti vanno montati posteriormente ed anteriormente e possibilmente applicate strisce rifrangenti sui borsoni ed anche sul casco. Applicare anche una lampada anteriore bianca ed una luce posteriore rossa. Nel percorso che abbiamo fatto noi non sono previste gallerie, ma tutto può cambiare da un anno all'altro ed è bene prevedere che una tappa con arrivo dopo l'imbrunire non è poi così improbabile.
Una pompa, due borracce, due camere d'aria di scorta, relativo set per riparare le forature, due cavi freni (l'anteriore è diverso dal posteriore), un cavo per il cambio, smonta-catena, un po' di filo di ferro, un rotolo di nastro adesivo, due paia di guanti usa e getta, una confezione di salviette inumidite, una chiave tuttofare (magari munita di piccola pinza ecc..) ed un coltello svizzero è il minimo per la sopravvivenza in caso di guasti. Gianluigi ed Enrico si sono portati anche dei copertoni di scorta ed in effetti Enrico ne ha sostituito uno; ovviamente tutto può servire, ma tutto pesa ... fate voi.
Guanti ed occhiali sono anch'essi indispensabili va riservata molta attenzione all'imbottitura dei primi ed alla comodità dei secondi. La pressione delle loro astine dietro le orecchie può infatti diventare una vera tortura. Per quanto riguarda l'abbigliamento io consiglio scarpe robuste ma che consentano di camminare comodamente. Enrico e Gianluigi hanno usato scarpe da mountain bike con la suola rinforzata mentre io ho calzato semplici scarpe da ginnastica con suola robusta... fate voi. Due paia di pantaloncini (o se preferite salopette) con cavallo imbottito (da ciclista per intenderci) ed altrettante o più magliette. Regolatevi voi secondo la stagione, tenendo conto che da giugno a settembre può fare veramente caldo, il che vuol dire ... fiumi di sudore.